Vittore Carpaccio secondo Jan Morris (e la mostra a Venezia)

Nel 2014 mi sono imbattuto su un interessante e originale saggio artistico su Vittore Carpaccio di un’autrice inglese famosa per i suoi libri di storia e di viaggi: Jan Morris, scomparsa da circa un paio d’anni alla bella età di 94 anni.

Jan Morris è diventata famosa, anche per una grande scelta di vita che ha comportato un cambiamento di genere (lei era l’ex James giornalista presente alla conquista dell’Everest insieme ad Hilary).

Il libro in questione è “Ciao Carpaccio, an infatuation“, Pallas Athene, London, 2014. La lettura di quest’opera mi ha molto colpito per lo spirito evocativo, per le emozioni espresse dalla Morris e  per la ricchezza dell’apparato iconografico nonostante le dimensioni contenute. La scrittrice, pur non considerandosi un’esperta d’arte, descrive e analizza nei dettagli le opere del grande pittore veneziano ispirando nel lettore una grande curiosità nel visitarle nei luoghi in cui sono esposte. Ian Morris era reduce da una delle sue visite all’amata città di Venezia quando decide di dedicare ad un artista forse poco conosciuto dal grande pubblico questo suo “capriccio” letterario (come lei stessa lo definisce).

Il libro, come dice anche il titolo, descrive le impressioni estasiate della Morris davanti alle tele dell’artista, illustrate con ricchezza di immagini e di particolari. Dalla lettura traspare un profondo coinvolgimento emozionale da parte di una scrittrice che pur non essendo un’esperta di storia dell’arte, come lei stessa afferma, si sente quasi obbligata a mettere in luce certi aspetti forse non apprezzati completamente del grande pittore. Dal nome dell’artista poi viene richiamata, con humour tutto britannico, la simbologia del tipico colore rosso presente nei dipinti che ispirò  il famoso ristoratore, anch’egli veneziano, Giuseppe Cipriani, a inventare il piatto “carpaccio” di manzo, diventato un best-seller culinario internazionale e sicuramente assaggiato anche dalla stessa Morris durante le sue visite a Venezia.

Personalmente ho iniziato a suo tempo uno scambio epistolare con la stessa autrice da cui è nato il desiderio di tradurre questo libro che a mio parere meriterebbe di essere apprezzato anche da lettori italiani. Ho contattato anche il direttore editoriale della casa editrice che si è dimostrato molto favorevole ad una traduzione italiana, ovviamente a fronte del riconoscimento dei diritti di traduzione, peraltro a suo dire non particolarmente costosi.
Per qualche anno, anche se in fasi alterne, mi sono adoperato per cercare un editore italiano disposto ad affrontare questo progetto ma senza esito positivo (cito solo ad es. Marsilio, Mondadori, Arthemisia, Kira, solo tra i più importanti). La svolta sarebbe potuta arrivare con l’interesse suscitato dalla programmata mostra monografica su Carpaccio prevista nel 2021 ma lo scoppio della pandemia ha rimandando l’evento, ha bloccato ogni contatto. Oggi si ripropone l’imminente mostra sull’artista  al Palazzo Ducale ma la pubblicazione di una versione in italiano rimane una chimera.
Comunque per chi andrà alla mostra al Palazzo Ducale dal 18 marzo a visitare le opere del grande artista (diverse provenienti dalla National Gallery of Art di Washington, per la prima volta in Italia) potrà anche imbattersi, e se vuole, acquistare presso il bookshop, in un simpatico e illustratissimo libretto, in formato tascabile e in lingua inglese…

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